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Alla chiesa di San Bartolomeo, nell’omonimo complesso ex convento di San Bartolomeo, si accede lateralmente rispetto all'ingresso principale del Municipio da una ampia e comoda scalinata e da un ampio sagrato che si affaccia sulla Piazza Amico d'Arsoli.
Il convento e la chiesa di San Bartolomeo annessa, furono per secoli affidati ai padri francescani del Terzo Ordine Regolare.
Documenti attestano che la chiesa, ad unica navata, dopo il 1574 e nel 1671 fu oggetto di restauri ad opera dei Massimo e, nel 1771 il Padre francescano Giuseppe Aymon, alquanto facoltoso, ne trasformò radicalmente la fisionomia introducendo elementi e decori di stile barocco nella chiesa. Padre Aymon, morto nel 1773, fu sepolto nella stessa chiesa.
Nella parete dell’altare maggiore incastonato nella murata e contornato da una cornice a stucchi, un'ampia tela raffigurante il martirio di San Bartolomeo e un affresco a medaglione assai antico.
Un'ampia nicchia lateralmente all'altare maggiore ospita la bellissima statua di Maria SS.ma Assunta che nei giorni 14 e 15 agosto è portata in processione per la tradizionale "Inchinata".
Pressoché al centro della chiesa vi sono due cappelle laterali: in quella di sinistra, dedicata a San Francesco, si può ammirare una tela riproducente il santo d'Assisi opera del pittore Morani nel 1929 e di fronte una urna sepolcrale marmorea.
Sotto l'altare una reliquia contenente le spoglie della martire Santa Eusebia donate alla chiesa dalla famiglia Sciarra.
Nell'altra cappella un "Altare privilegiato" con una statua della Vergine Immacolata.
Su un lato di questa cappella è posta una lapide che riporta la seguente dicitura:
"Angelo Massimo patrizio romano
donò a questa chiesa di S. Bartolomeo
del convento dei frati del Terzo Ordine di San Francesco
un possedimento nominato Gorgone con questa precisa condizione
che i detti frati siano tenuti a celebrare ogni giorno, per sempre, una messa all’altare della madre di Dio Vergine Maria sotto il titolo dell’Assunzione quivi eretto o nella cappella del palazzo dei Signori di Arsoli
Secondo la forma dell’istromento rogato da Andrea Lionio
a di 4 di marzo 1651
Il medesimo lasciò cinque scudi ogni anno per l'alimento continuo di una lampada"
Testo a cura della proloco di Arsoli