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Nerone (58 - 64 D.C.) edificò la villa Sublacense nella stretta gola del fiume Aniene tra Monti Taleo e Francollano, nei Simbruini. La costruzione è anteriore al 60 d.C., poiché prima di quell'anno vi accadde un singolare episodio: a dire dello storico Tacito (Annales 14,22), mentre l'imperatore banchettava, un fulmine cadde sulle vivande e spezzò la mensa.
La villa, per raggiungere la quale fu appositamente aperta la via Sublacense, abbracciava con le sue ardite costruzioni il corso d'acqua, in una suggestiva fusione con il paesaggio naturale. In particolare Tacito cita i "Simbruina stagna", tre bacini artificiali ricordati anche da Plinio per la loro amenità e da Frontino per la purezza e la profondità. I tre laghi, che diedero il nome alla villa stessa (Sublaqueum) e nel medioevo a Subiaco, furono creati sbarrando il fiume con altrettante dighe. Originalissima è la disposizione della villa, la quale abbandona lo schema tradizionale "a palazzo" per uno aperto "a festone", che ritroviamo anche nella famosa Domus Aurea a Roma e nella posteriore Villa Adriana a Tivoli.